venerdì 12 gennaio 2007

strage di Erba


I colpevoli hanno confessato. Inutile soffermarsi sui particolari agghiaccianti del loro gesto. Troppo tardi.

Il perdono? Troppo facile!

Ma le ragioni che scatenano certi comportamenti, quelle sì dobbiamo analizzarle.
Cosa scatta nella testa per arrivare a commettere atti così atroci?
Cosa possiamo fare e pensare perchè non accadano?
Come possiamo proteggere noi stessi e gli altri?

Siamo tutti in pericolo.
Siamo tutti probabili assassini.

Siamo tutti probabili vittime.



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Quello che penso l'ho scritto sul mio post odierno, penso che troppo spesso l'uomo mette la ragione a dormire per vivere in un mondo irreale fatto di violenza inaudita. Grazie per il link, ho ricambiato :P

cristina ha detto...

grazie a te per la visita. vado subito a leggerti!

Anonimo ha detto...

Possiamo ripensare la società. Fare molti passi indietro e ricominciare.

cristina ha detto...

sono proprio d'accordo con te, facciamoli questi benedetti passi indietro, per noi, per gli altri, per vivere meglio con serenità e soddisfazione e ricominciamo a disegnare la strada.

Anonimo ha detto...

Non è una cosa semplice nè da pensare, nè da concretizzare. Occorrerebbe che ognuno di noi capisse e si convincesse che la società siamo noi; che l'altro, ogni altro, è un io con le sue convinzioni, i suoi valori, le sue debolezze, le sue positività, i suoi bisogni di sicurezza, di riconoscimento, di rispetto. Occorrerebbe una ri- definizione e ri- conoscimento tra le relazioni che sono alla base di ogni rapporto. Occorrerebbe troppo lavoro che non so se siamo in grado di fare. A volte dispero, altre volte credo se se anche uno solo riesce a mettersi in discussione e ri-definire il suo ruolo nella società in modo diverso e più positivo, tutto è possibile quindi anche che quell' 'uno' possa contribuire a modificare se non tutta la massa, una buona parte di essa. Un caro abbraccio

cristina ha detto...

un uno è tantissimo, poi si uniranno altri e qualcosa cambierà. io ci voglio credere.